Amicizia on demand: non funziona
On demand vuol dire su richiesta.
Al giorno d’oggi c’è un sacco di roba che si può ottenere su richiesta.
Puoi mangiare un piatto di pasta da asporto senza cucinare.
Puoi guardare un film pagandolo o scaricandolo, senza uscire a comprarlo.
Puoi noleggiare una macchina solo per i giorni in cui ne hai bisogno.
Praticamente tutto può essere ottenuto su richiesta.
Su richiesta, cioè implicitamente senza alcun altro sforzo da compiere. Basta chiedere. Senza cucinare, uscire al videonolo, pulire la macchina o altre cose. Si può fare quando l’interazione è monodirezionale: io uso la macchina e non viceversa.
Le amicizie no.
Le amicizie on demand non funzionano, perché sono false. Il rapporto di amicizia è qualcosa di bidirezionale dove ci si guarda negli occhi a vicenda. Per quel che si é, donandosi vicendevolmente. L’amicizia è qualcosa che si deve coltivare mettendo in comune una parte o tutta la propria vita con l’altro. Qualcosa che matura nel tempo, perché è incredibilmente difficile.
Ecco cosa vuol dire avere qualcosa in comune. Quello che ci colpisce quando ci facciamo un nuovo amico è l’aver ricevuto e ricambiato il primo dono dell’altro. Due amici sono legati da questo donarsi vicendevole. Tutto il resto non può sopravvivere alle litigate della vita.
Chi più chi meno, tutti i vostri amici fanno con voi la stessa cosa. E’ per questo che on demand non funziona, perché se passo tutto il tempo chiedere senza donarmi rendo invisibile all’altro quel qualcosa in comune. Con il risultato che l’altro non riuscirà a capirmi e che non riuscirà a darmi il conforto di cui ho bisogno.
Un rapporto di amicizia così non può che essere sterile, cioè non porta frutti.
Nè in me nè nell’altro.
Un amico non si ottiene mai su richiesta.
Se hai bisogno di un amico devi partire offrendoti.
Se vuoi stare vicino a un tuo amico devi partire offrendoti.
Ma se lui non si offre a sua volta, puoi solo pregare per lui.