Eutanasia
In Belgio, presso 250 farmacie, è disponibile – a euro 60 – un kit per l’eutanasia, con il quale i medici di famiglia potranno compiere il loro dovere a domicilio. Chissa come sono le avvertenze: usare con cautela, evitare l’uso prolungato… E se i sintomi (di vita) persistono, consultare il giudice.
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Sono profondamente contrario all’eutanasia.
In quanto Cristiano (nel senso che mi sento tale, e non che è il mio dovere moral/politico) ritengo che la vita abbia valore al di sopra di ogni altra cosa, anche e soprattutto di fronte al dolore.
Se il dolore, di qualsiasi forma e dimensione, avesse un valore più alto della vita, allora sarebbe impossibile trovare la Felicità vera.
Se fosse impossibile trovare la Felicità allora l’eutanasia non sarebbe niente di che.
Ma La Felicità esiste, e si può incontrare in qualsiasi condizione.
La Felicità che da un senso eterno alla vita mortale.
Io credo fermamente che tutto, anche il dolore, possa essere occasione di (ri)scoperta del dono della vita umana.
Questo è il Cristianesimo in cui credo.
Argomento difficile da trattare, anche io ho provato a scrivere qualcosa sul mio blog in merito.
Io invece sono d’accordo all’eutanasia, ogni1 di noi è libero di poter scegliere come morire!Che vita è stare in coma per 15 anni e oltre? La vita va vissuta e a pieno ma con DIGNITA’!!! Se un malato terminale decide di voler morire prima del previsto perchè non ce la fa più, perchè il dolore è straziante, perchè vuole morire con dignitià senza essere appeso ad una macchina con mille fili, io credo sia giusto! Giusto anche che una persona voglia morire in pace, con serenità! Se ci viene tolto pure il diritto di morire come vogliamo cosa ci rimane? Baci.
Dem/B.
ti rimane la vita.che non è un diritto, ma un dono.non è tua, perchè non te la sei data.non è tua perchè non te la dai ogni momento.non è tua ti potrebbe venire tolta ad ogni respiro.e allora che diritti puoi vantare su di essa?questo non è un discorso cristiano, ma un ragionamento logico: di fatto, nell’esperienza, è evidente che la vita non ti appartiene, non è cosa tua.ah, eh… scusa demona, questo (anche se il tono scrivendo non si riesce a capire!!!) non vuole proprio essere un attacco a te. è un “tu” generico. il fatto è che io amo la vita incondizionatamente, e mi scaldo subito quando parlo di lei…
Ti capisco nomade e comprendo appieno i tuoi sentimenti, anche io amo la vita ma credo che poter morire quando e soprattutto COME si vuole sia + giusto che logico. Tranquilla non me la sono presa…avremo modo di discutere anche di questo un giorno, magari faccia a faccia ^_^
Baci
Sono d’accordo con Nomade.
Il fatto è che io personalmente credo che la vita (nel senso di esistenza) sia comunque meglio della morte (la non esistenza).
Insomma, piuttosto che niente è meglio piuttosto… 😛
Ma si, vi capisco ma non sto dicendo che la vita sia brutta e che non va vissuta (anche se ci sono stati dei momenti in cui veramente non avrei voluto essere su questo mondo), sto solo dicendo che la libertà di scelta credo sia importante! Non è giusto costringere un uomo a vivere per forza se non vuole, come non è giusto imporre qualsiasi cosa! Ora mi odierete lo so 😛
Baciuz a tutt’2
Prima di tutto… il fatto che tu abbia un’idea diversa dalla mia non mi fa odiarti… anzi… confrontarsi su cose importanti io credo ci faccia conoscere meglio e renda più vicini.
Poi vorrei continuare perché mi interessa…
Il fatto è che secondo me l’eutanasia elimina la libertà. Sembra libertà. Ma è l’allontanare del problema eliminando tutto, allora non è libertà. Se la persona muore cosa è libera di fare?
Ritengo che la libertà sarebbe molto più esaltata e viva se si può esercitare.
Mentre la fine della vita implica di smettere di esercitare la libertà.
Non so se mi sono spiegato, in ogni caso sono volontariamente provocatorio, è un argomento molto complicato e su cui è difficile esporre le proprie argomentazioni.
Concordo con te sulla difficoltà dell’argomento ed è questo che lo rende interessante…tu parli di libertà d’accordo. Ma se questa persona non vuole + vivere? Costringerla a vivere per forza non credi sia una forzatura sulla sua libertà d’opinione? Sulla sua libera scelta?
Non so… è come se un amico sta per faer una stupidaggine grossa grossa. Cerco di impedirgli di farla. Se un mio amico cercasse di suicidarsi (decisione identica all’eutanasia, con l’unica differenza che a star male è solo il suo io e non il suo corpo) cercherei in tutti i modi di fermarlo, a costo di "stenderlo" per evitare che si ammazzi.
Eppure quella è la sua scelta.
Ok perfetto, anche io cercherei di parlare con l’amico in questione per il proprio Io interiore può guarire, con l’aiuto di amici, famiglia psicologi….ma un malato terminale? Lui che non ce la fa più a stare attaccato ai fili per sopravvivere? Che l’unica cosa che vorrebbe fare è morire in pace, con dignità…come pensi si possa sentire se sottratto dall’unica libertà di scelta? Cioè poter morire in pace come cavolo vuole, magari nel proprio letto e non in quello di un ospedale, magari accanto alle persone che ama e non con dei medici sconosciuti…
non entro in merito di religione, le mie idee a rigurado le conoscete, però terrei a sottolineare una cosa: state parlando per massimi sistemi, mentre la questione è molto particolare e ci sono moltissime variabili da caso a caso… in linea di massima l’eutanasia non è una scelta che mi sento di appoggiare, ma parlarne senza aver mai vissuto la vicinanza con qualcuno che la desideri è comunque molto limitante per la comprensione dell’argomento… non che ve lo auguri, chiaramente.. in ogni caso, come in tutto, credo che ci siano dei casi in cui sia una scelta accettabile, non in sè ma nel rispetto delle scelte di altri. Non comprendere una scelta non la rende necessariamente sbagliata. Una sceta difficile senz’altro, ma pur sempre scelta che non dipende da noi, e se con il dialogo (quando poi possibile…) non se ne viene a capo, non possiamo certo imporre la nostra visione della cosa, che è sbagliata tanto quanto l’altra.
così ho detto, AUGH.
L’argomento e` spinoso, difficile da trattare soprattutto con un mezzo inadeguato… e` uno di quegli argomenti che preferirei trattare di persona, perche` magari ci si capisce meglio, magari anche mandandosi affanculo, ma non e` questo il punto…
Intanto secondo me si dovrebbe fare una distinzione che rischia di rendere meno chiaro il discorso: un conto e` l’eutanasia, un conto e` l’opporsi al cosiddetto accanimento terapeutico.
Provo a spiegarmi… Il malato terminale per cui non c’e` piu` speranza ed e` costretto a sopravvivere magari attaccato ad una macchina e che sceglie di interrompere le cure per morire tra i suoi famigliari, non e` eutanasia e` una scelta di dignita` di vita.
L’eutanasia e` procurarsi la morte perche` si sceglie di farla finita perche` non si riesce a sopportare piu` il dolore. La differenza con il suicidio? E` che il suicidio lo fai da te, all’eutanasia partecipa anche un’altra persona che ti aiuta. L’eutanasia di suo, visto che non e` consentita dalla legge, e` un omicidio. So che e` forte come concetto ma e` cosi` che stanno le cose.
Poi, secondo me il punto alla fine e` questo: qual e` il significato che diamo al dolore? Perche` qui sta il punto. Cioe` se il dolore e` una cosa che consideriamo estranea alla vita, nel senso che e` una cosa patologica e che deve essere estirpata, che non ha significato alcuno se non se stessa, allora e` logico che per non soffrire si possa fare tutto, fino all’estrema conseguenza di eliminarlo totalmente eliminando se stessi. Poi c’e` un’altra possibilita`, cha io personalmente mi sento piu` vicina: il dolore, per quanto grande possa essere, per quanto devastante possa sembrare, non e` definito da se stesso, non si esaurisce in se stesso…
Questo il mio contributo alla discussione: mettere altra carne al fuoco per indurre commenti e risposte, insomma provocare una reazione per continuare a confrontarci…
Bello…mi piace…allora seguito con la speranza che quando arrivo si possano fare discorsi di tutti i generi ^_^
Allora, un medico viene condannato dai 5 ai 15 anni di carcere se "uccide" un proprio paziente con l’eutanasia. Non è giusto secondo me! Il paziente ha deciso di morire di propria volontà e così sia! Che sia un malato terminale oppure no! Per esperienza so di certo che quando decidi di morire non ci sono santi che ti possono far cambiare idea. Hai deciso di suicidarti e basta. Il dolore a volte è insormontabile, non parlo solo di dolore fisico ma anche di dolore spirituale. A volte non si riesce a guarire, a volte la mente umana gioca strani scherzi. Non dico che non si possa guarire, sia chiaro, io ce l’ho fatta, sono una prova lampante ma non sempre è così. Ma forse sono uscita dal seminario…non so…
secondo me il discorso è tutto nella concezione della vita. è tua? allora ne fai quel che vuoi. non è tua. allora no. (scusate la secchezza, ma sono al lavoro)
Io dirò cosa una parte di me pensa. L’eutanasia è un’essere sconfitti. Infatti l’eutanasia è la negazione totale di se, ma in essa ci trasciniamo dietro altre persone. E’ un po’ per estremizzare come se per suicidarmi mi facessi saltare per aria in mezzo alla folla! Se io voglio morire perchè coinvolgere dottori e famigliari!! Cosa è? mancare di coraggio e quindi delegare a terzi? Facile così! Se sei un malato terminale e vuoi fare una morte dolce ci sono gli hospital oggigiorno, ovvero delle strutture attrezzate dove, non ti viene fatta la pera di veleno dopo che hai scelto il becchino, il marmo della lapide, e la foto da metterci. Ma bensi si smette la cura intensiva e si passare alla cura del dolore. Ciò ti porta alla morte, ma ti ci porta in maniera dolce e quando Dio deciderà di chiamarti. L’eutanasia mi sembra un arrendersi della scienza, dall’etica e una soluzione comoda dei politici. Allora perchè non istituire le cabine per i suicidi di futurama. Uno malato nell’anima cosa ha diverso da un malato terminale? E poi la cabina fa si che tu non coinvolga nessuno nela tua decisione, è meno ipocrita.
Quardiamo da un punto di vista storico, l’eutanasia è il delito per cui qualcuno toglie la vita a un malato. I casi più conosciuti di questo tipo di crimine sono le infermiere che fanno pulito di vecchitti in ospedali affermando "così hanno smesso di soffrire". ma la tale infermiera era sicura che la lamentela del vivere di alcuni vecchi non fosse un esorcizzare la paura di morire più che un intrinseco desiderio?
Poi paesi evoluti del nord europa tra cui la Svezia che fino a una ventina di anni fa la praticava sui feti di handiccappati (ma erano sicuri che il disgraziato volesse non vivere?) e che era un retaggio della cultura socialdemocratica che cmq si era diffusa in molti paesi (fu una cosa adottata in europa prima di tutto dai Nazisti). Hanno cercato la soluzione al problema "ma se quello rompe le scatole che vuol morire, perchè non togliamocelo di torno?". Così nel paese dove le donne sono al pari degli abiti che comprano e quindi sono in vetrina con tanto di prezzo esposto, e in cui ci si può bruciare il cervello "così il popolo votante rompe meno ed è sempre d’accordo" si è ripreso questa usanza rendendola una nuova fonte di guadagno per le case farmaceutiche.
"Grazie per l’attenzione e buona domenica" Benedetto xvi alla fine del suo primo regina cieli
Anch’io amo profondamente la vita e sono d’accordo con Mit.Credo che sia Dio a dover decidere quando "chiamarti".Secondo me vale la pena vivere ogni singolo istante,anche nella sofferenza.Sono sicura che possano esserci mille motivazioni per l’eutanasia,mille casi particolari.Ma non riesco a non pensare a come sia grande questo dono.E credo che dignità sia pure affrontare il dolore scegliendo,nonostante tutto,la vita.
sono molto contento della discussione nata, mi fate contento con tutti i commenti fatti su una cosa così spinosa.
Vorrei rispondervi adesso ma devo lavorare, questo pomeriggio arrivo anch’io 😉
Io non so quanto sia dignitoso morire attaccato a dei fili…credo che ogni1 di noi abbia una sua propria definizione di dignità. Io sicuramente preferirei morire per mano mia e accanto ai miei familiari nel mio letto anzichè morire in un luogo sconosciuto.
Dem, sono d’accordissimo con te… Vorrei anche io morire nel mioletto, in mezzo ai miei familiari, circondato dagli amici,possibilmente cosciente fino all’ultimo istante, piuttosto che in unacamera d’ospedale con mille tubi attaccati, soffrendo fisicamente…pero` per fare questo non c’e` bisogno di ricorrere ad una iniezione diveleno praticatami da un "medico".
Come ti facevo notare io ecome ha spiegato con dovizia di particolari setita, ci sono modi permorire senza provare dolore che non contemplano un omicidio consensuale.
Epoi ci sono persone particolari, dotate di una umanita` e di un amoreper la vita eccezionale che scelgono di non mollare mai e viverepienamente tutto, anche il dolore, pensando che questo non sia l’ultimadefinizione della propria esistenza. Un esempio, e che esempio, loabbiamo avuto giusto un mese fa!
Poi sono sicuro che sia difficilissimo, comporti una fatica immane, ma sono anche sicuro che ne valga la pena…
io invece (però così mi discosto dal filone principale del discorso) vorrei morire da solo perchè essere circondato da parenti e vedere la preoccupazione nei loro volti mi renderebbe triste e mi farebbe morire con il dispiacere nel cuore.
con da solo non intendo solo la mancanza di persone, ma solo la mancanza di conoscenti.
Ti capisco Fanka, secondo me bisogna combattere, sempre e cmq ma se non gliela fai +??? SE non vedi l’ora di porre fine alla tua vita perchè soffri dannatamente e non vuoi nemmeno veder + soffrire i tuoi familiaro che stanno al tuo capezzale ogni santo giorno della tua esistenza credo che l’unico modo sia l’eutanasia…o buttarsi giù da un ponte..ma se non c’hai la forza manco per alzarti chiedi aiuto alla chimica! Troppo cinica forse eh?
Mah… secondo me non ne usciamo perche`, come ci faceva notare nomade, forse il punto e` un’altro: la vita e` tua?
nel senso: decidi tu di darti la vita? sei in grado tu di decidere "io adesso vivo solo e unicamente per mia volonta`"… azz… non riesco a spiegarmi: cosa e` che fa si` che io in questo momento sia vivo? la mia` volonta`? ma se mi ricordo appena che sto respirando…sono io che mi sono dato la vita?
No, la vita mi e` stata donata, ab origine non era mia, mi e` stata affidata… E mo che ne faccio? cambia un attimo la prospettiva…perche` se mi e` stata donata, a qualcuno che non sono solo io dovro` dirlo prima o poi come l’ho trattata…
Boh, non so… puo` sembrare confuso, e forse lo e`, ma sono sicuro che sia qui il punto… magari qualcuno puo` venirmi in soccorso per capire meglio cosa voglio dire e che non riesco scrivere in italiano?
E’ tutto lì il punto credo…vero..ogni1 di noi vede il significato della vita in maniera diversa! Io sono nata non x opera del Signore (perchè purtroppo non ci credo) bensì per volontà dei miei genitori e prendo la vita in maniera del tutto diversa da un altro essere umano..siamo diversi in tutto e per tutto. Quindi io mi pongo dinnanzia alla vita e dinnanzi agli avvenimenti diversamente da te o da chiunque altro…è vero…non ne usciremo +!!!
ecco perchè IO ADORO QUEST’UOMO.
anche se poi mi dice che sono scoppiata…
ne ho parlato ieri sera al pub con MrMonster e Nomade.
Uno spunto interessante è la distinzione tra accanimento terapeutico e eutanasia.
Se guardiamo il dizionario già eutanasia significa 2 cose diverse, dal punto di vista filosofico "morte tranquilla e serena accettata come naturale termine della vita" dal punto di vista medico "morte rapida e non dolorosa provocata deliberatamente sospendendo un trattamento medico o somministrando farmaci per porre fine alle sofferenze di malati inguaribili"
Credo sia insidiosa la poca distinzione tra applicare l’eutanasia ed evitare l’accanimento terapeutico.
Per quanto mi riguarda non è dignitoso provocare la morte. E’ dignitoso accettare la propria condizione.
Sono emersi 2 punti di vista inconciliabili, perché partono da 2 opposti.
Mi sembra giusto che una persona scelga se morire in ospedale, a casa, con i parenti, senza, da solo, con gli amici. Su questo sono d’accordo col Setita.
Quel che personalmente mi colpisce di più nella scelta dell’eutanasia non è l’omicidio, ma la negazione della possibilità del manifestarsi di un evento ignoto che cambia la situazione. Prendo in esempio quei casi (rarissimi, uno su 500.000) di risvegli da coma profondo dopo 10 anni.
A parte il fatto della giustizia della cosa (ne abbiamo parlato fino adesso, di fatto) "spegnere" la macchina significa negare che il miracolo sia possibile… o, peggio, rifiutarne l’accadere.
E’ strano, ci sono molte persone che credono e che però staccherebbero la spina. E’ una contraddizione enorme. Preghi perché accada qualcosa di miracoloso e poi eviti con le tue mani che accada.