Leggiamo l’orologio
Domenica mattina, mentre eravamo a teatro, mi sono ritrovato a spiegare a Chiara che “lo spettacolo comincia quando la lancetta lunga arriva qui, vedi?”, e sono stato colto da una specia di illuminazione metaforica della vita in famiglia: l’orologio.
I bambini sono come le lancette dei secondi: non si fermano mai, continuano a correre in tondo e quando si fermano non sanno assolutamente dove sono.
Le mamme sono come le lancette dei minuti: il loro costante movimento è dato per scontato ma è percepibile, danno un ordine alle corse pazze dei secondi e quando si fermano sanno che mancano solo 15 minuti alla cena.
I babbi sono come le lancette delle ore: apparentemente fuori dal tran tran della vita familiare, il loro scorrere sembra completamente staccato finché, ogni ora, non si fanno vivi dicendo “adesso siamo qui, bisogna andare avanti facendo questo o quello”.
Se i babbi non avessero le mamme non sarebbero di alcun aiuto perché le ore sarebbero vuote.
Se le mamme non avessero i secondi a 15 minuti dalla cena sarebbe tutto già pronto da un pezzo.
Se i bimbi si fermassero la vita sarebbe rotta e inutile.
Insomma la vita è un orologio, e fortuna che il tempo passa.
e se le mamme, e i bimbi, non avessero i babbi, continuerebbero a girare in tondo, senza meta, senza avanzare, senza un cammino.