La domanda giusta
È lunedì mattina.
Manca una settimana alla ferie e lavoro da Ravenna, facendo il pandolare da Rimini con un collega.
Arrivo in ufficio con in testa tutti i miei problemi, le mie questioni e le mie decisioni da prendere.
Apro Google Reader e leggo la notizia: in Siria è in atto una violenza repressione da parte delle forze di sicurezza. Almeno 136 morti, numeri rapidi da raggiungere perché sono scesi in campo anche i carri armati.
La mia settimana è già cambiata, non può essere la stessa. Non può perché non è umano restare impassibili di fronte ad atti come questo.
Il guaio è che non posso fare nulla di pratico. Nulla eccetto pregare che tutto questo si fermi e che non capiti mai alle mie figlie. E prego anche voi di fare altrettanto.
So che sentirò molti chiedersi “perché Dio fa tutto questo?”.
E allora vi prego anche di ragionare su un’altra domanda, forse quella giusta da porsi: “non sarà il diavolo ad agire per arrivare non solo in Siria ma perfino a me?”.
Forse sarò una dei pochi che quella domanda non se la farà affatto, né che, di contro, potrà controbattere con una simile alla tua. In questo, come in molti altri casi, credo che Dio e il diavolo in prima persona non c’entrino affatto. E’ persino troppo comodo scaricare il peso della responsabilità sul soprannaturale, secondo me, perché, alla fine, Il responsabile è solo e soltanto il naturale e terreno essere umano che, nella sua infinita immaturità e povertà, non riesce ancora a capire il valore della vita, propria o altrui, e si comporta da animale, come se la coscienza, di cui è dotato, fosse perennemente in ferie. Ecco, dove mai sia quello spirito innato e divino che ci spinge verso il bene ed il progresso della nostra specie nessuno lo sa con certezza, in molti, troppi casi. Perciò per me da una domanda passiamo a due:
“Che fine ha fatto la coscienza di queste persone?” e, a seguire “Perché nessuno fa niente per aiutarle a (ri)trovarla?”. In un certo senso, però, ho anche paura di sentire le risposte.