L’occhio della macchina fotografica
Ho sempre con me la mia macchina fotografica, una digitale compatta di cui sono fierissimo.
Perché mi porto sempre dietro questo coso? Eh, perché? Bella domanda…
Fortunatamente è bella anche la risposta.
Vedete, l’occhio della macchina fotografica è qualcosa di magico.
L’occhio della macchina fotografica è l’obiettivo che sintetizza l’immenso, il punto di vista che evidenzia un particolare altrimenti insignificante.
L’occhio della macchina fotografica è l’espressione dell’occhio della nostra mente. Imparando ad usare l’occhio della macchina fotografica si può disegnare il pensiero che ci colpisce, che ci illumina, che ci meraviglia.
L’occhio della macchina fotografica non ha niente a che fare con un video fatto con la videocamera, perché la videocamera prende tutto, la videocamere non fa distinzioni. Il video mostra ogni particolare, il video mostra tutto l’insieme… il video non fa distinzioni.
Invece la macchina fotografica guarda dove guardi tu.
Invece la macchina fotografica fa passare le tue sensazioni dal dito all’otturatore e viceversa, è come se ti dicesse "adesso! scatta! ora, è il momento che aspetti! quest’istante è quello che vuoi immortalare!"
La macchina fotografica può diventare tua amica, la macchina fotografica diventa tua complice, la macchina fotografica diventa una parte di te…
… ed a quel punto non puoi più uscire di casa senza…
ecco perché ho sempre la macchina fotografica!
Ciao Mit,
Rispondo al precedente post. Sono pienamente d’accordo con te. Tantevvero che ieri ero a casa con un mal di testa fulminante, appena mi passato (ore 11-11:30) ho iniziato a fare due lavoretti in casa: aspirapolvere e strofinaccio. Poi ho preparato il pranzo per la mia mogliettina.
Per il post di oggi mi limito a citare "Il pittore di battaglie" di Arthur Perez Reverter: "un fotografo è un pittore mancato". Non un artista completo a 360°, ma comunque un’artista. Degno di rispetto.
sento elevata la categoria 😀
Comunque ho letto il libro, non tutto perche non mi è piaciuto.
Sebbene sia un autore che mi piace molto "Club Dumà" "Il maestro di spada" e 6 libri del Capitano Alatriste.
Questo mi ha deluso. Ma forse è un periodo in cui io sto modificando i miei gusti o mi aspettavo un romanzo diverso.
Recenetemente mi ha stancato anche la Troisi "cronache del mondo emerso". Ho letto i primi due volumi in un fiato, ma mi sono arenato sul terzo. Riuscivo ad anticipare i "colpi di scena", le decisioni dei personaggi e parte dei dialoghi. Allora ho capito che non mi piaceva più. Sfumata la meraviglia della sorpresa iniziale ho visto personaggi fatti ad hoc per l’eroina in questione. Come la Ursula Le Guin ricalca un suo ideale di "super donna (tipo in carriera) che combatte contro il mondo senza perdere la sua fragilità e sensibilità". Mi ha stancato questo stereotipo. Come Conan, che tra un grugnito e un colpo di spadone cimmerico trova la forza e il tempo di ripassare un’odalisca o cortigiana di turno. Ricordiamoci che c’è più fila che alle coop alle 19 di sera o agli Iper il weekend. P. S. sono tutte avvenenti, languide, giovani (ma non troppo) etc.
In compenso mi stanno piacendo molto i libri di Fred Vargas (è una donna). Appena posso ti faccio una recensione.
Ciao
mi piace, questo servizio di recensioni online! e dovrò venire a fare la tessere per la biblioteca puccesca… 😛
Bene se vuoi ho un paio di libri di Terry Prachett
1) L’intrepida Tiffany (2 volumi per ora): Bello, nello stile unico e inimitablie delle storie del mondo del disco. Come un piatto di ricette rustiche è scoppiettante, delicato e contemporaneamente piccante. Tutto guarnito da simpatici folletti blu. Mi raccomando fate attenzione a non confonderli con i Puffi. E’ come confondere il Wasabi pensando sia latte-menta. Sì sono convinto che chiunque converrà che il paragone è azzeccato. Provare (leggere e assaggiare) per credere.
2) Il ciclo di "A me leguardie" Trilogia sull’intramontabile Mondo del disco. Cito dal Times: "Ha la capacità di mostrarci la realtà ruotata di 90°" e confermo che, per quanto criptica, è la definizione che meglio calza ai suoi libri. Questa trilogia ruota attorno alle (dis)avventure di un manipolo di improbabili eroi: il capitano (un alcolista disilluso), il sargente Colon (omen-nomen!), il caporale Nobs (minimo comune multiplo delle bassezza e della madiocrità del comune cittadino) e il fiero Carota (ragazzone di
campagnaminiera cresciuto dai nani). Questo è l’organico del più sgangherato corpo di forze dell’ordine che si possano immaginare.3) "Il magnifico Maurice…" Altra pietra miliare del Mondo del Disco. Parafrasando un luogo comune che dice "non giocare con il cibo" qui viene evidenziata la necessità di "parlare con il cibo", cioè se ti risponde devi promuovere la vittima da pasto a compagno. Questo succede al gatto Maurice ogni volta che l’istinto gli dice di attaccare e i freni inibitori, tipici delle "persone" civilizzate ti obbligano a porti dei dubbi. In definitiva è geniale il modo in cui Prechett umanizza tutti i personaggi, dal Signor topo all’ultimo dei randagi… Dimenticavo anche gli umani sono magnifici, quasi umani.
4)"Stelle cadenti" Nuovo volume sulla casta più maleducata, egoista, casinista di tutto il Mondo del disco. No non i troll, i maghi. In un periodo in cui a Hollywood si cerca di rendere sul grande schermo anche il più infimo dei fumetti, senza parlade dei libri, Prachett ammicca e illustra (= deride apertamente e con il suo stile) la magia che solo un posto come Holy Wood (non è un refuso) sa dare. Imperdibile come sempre.
Personalmente credo che non abbia ancora sbagliato un colpo. E dire che ne ha sparati un sacco.
Oggi sono un sotto pressione. Appena posso faccio una piccola recensione sui libri di Tom Clancy.
in bocca al lupo per la giornata sotto torchio, allora…
noi oggi andiamo a fare la famosa ecografia!!