Del referendum non si capisce niente

Adesso lo faccio. Vado di brutto contro corrente. Il fatto è che più ragiono sui referendum e meno ci si capisce qualcosa. Come faccio a votare in una condizione del genere?

I quesiti del referendun del 12 e 13 giugno sono 4: affidamento servizio acqua a operatori privati, tariffa dell’acqua calcolata secondo le logiche di mercato, nucleare, legittimo impedimento.

Acqua
Parlando di acqua penso che il modo in cui è posta la domanda sia decisamente sbagliato. Anzi no, strumentale. Sotto uno stendardo che dice “acqua bene pubblico” o “l’acqua non si vende” si vuole impedire agli operatori privati di poter partecipare alla distribuzione. Dove con privato si intende un’azienda privata o con pi ùdel 40% di partecipazione privata e non pubblica.

Non aspettatevi di avere l’acqua dal rubinetto gratis, il costo di gestione dell’infrastruttura in qualche modo bisogna coprirlo. Ma perché, l’acqua costa troppo? Hera la vende dal rubinetto a 0,0016 € al litro.

E in ogni caso, dopo chi gestirà l’acqua? E come? Perché la gestione del pubblico dovrebbe essere meglio di quella del privato? Solitamente è il contrario.

Qualcuno mi ha parlato dell’acqua in bottiglia e un po’ mi è scappato da ridere: piantatela di comprarne e bevetevi quella del rubinetto.

Il vero punto è che l’acqua deve essere due cose:  accessibile a tutti e buona. Non mi risulta che manchi qualcosa.

C’è proprio bisogno di buttare tutti i soldi del referendum?

Nucleare
Dopo Fukushima c’è comprensibilmente un sacco di interesse su questo argomento. La mia domanda è: quando parlate di alternative al nucleare avete fatto un progetto?

Mi parlano tutti di energie rinnovabili. Quante, dove, come? Mi sto documentando un po’ (vi consiglio questo libro gratuito) e ho trovato conferma del fatto che non c’è una risposta semplice al problema energetico. Non esiste una fonte di energia capace di risolvere da sola il problema. Occorre trovare il giusto mix per capire quali fonti usare, se abbiamo davvero le capacità e la disponibilità materiale ed economica di mettere il piedi tutto.

Per il fotovoltaico non abbiamo né soldi, né tempo, né abbastanza spazio per pannellare quanto serve. Tenuto conto del fatto che il rendimento del solare è stagionale e dipende fortemente dal clima. La soluzione potrebbe essere un bell’impianto ad alto rendimento schiaffato in un deserto, che immagazzina energia convertendola in energia chimica per poi riconvertirla di notte e che porta tutto da noi con un cavo via mare. Ma non ne parla nessuno perché non c’è nessuno che propone davvero qualcosa.

Per l’eolico il problema è analogo. Anche volendo sparpagliare pale dappertutto dovremmo trovare i soldi e soprattutto abbastanza acciaio, che attualmente non è disponibile nel mondo.

Serve un piano energetico di lungo respiro, che prenda in considerazione di tutto. Attualmente abbiamo solo chi dice “no al nucleare”, e tutti parlano generalmente di energie rinnovabili.

Io sono per il nuclerare. E’ una fonte di energia molto sicura, emette pochissime scorie più facilmente stoccabili di quelle chimiche e ci sono centinaia di centrali nel mondo. Abbiamo avuto 3 incidenti degni di nota: Cernobyl, l’unico in cui una centrale sia scoppiata; Fukushima, dovuto a un terremoto di magnitudo 9 e a due tsunami subito dopo; three miles island, che non ha causato neanche un morto.

Se pensate alla sicurezza del nucleare perché non pensate alla sicurezza dei nostri impianti chimici? Perché non pensate alle dighe? Perché non pensate alle automobili? La verità è che il nuclerare ha fatto e farà molti meno danni della macchina, della chimica o delle sigarette.

Secondo me il problema non è l’energia rinnovabile o meno, il punto è che dobbiamo smetterla di romperci le scatole su queste cose e pensare al fatto che stiamo per consumare più energia di quanta siamo in grado di produrre. A questo ci sono solo due rimedi: produrre di più o consumare di meno.

Perché nessuno mette mai in campo il fatto che forse dovremmo rivedere il nostro modo di usare l’energia? Semplice, perché la vogliamo questa comodità. L’automobile è una comodità, ha fatto e farà una marea di morti. E il mondo non fa che produrre automobili. Perché non vogliamo farne a meno.

Volete consumare meno energia? Piantiamola di comprare le fragole dal messico quando non è stagione, di volere un cocomero in dicembre e di mangiare la carne che viene dall’argentina. Il problema energetico è il nostro stile di vita.

Il nucleare è l’unica fonte di energia che può incrementare a sufficienza la produzione, continuando la ricerca e usando le centrali. Ovviamente posso sbagliarmi, questa è solo la mia opinione.

Legittimo impedimento
Finalmente il vero motivo del referendum: affossare ancora di più Berlusconi. Tutto questo parlare di acqua e nucleare è falsato da questo scopo politico. Il legittimo impedimento va rivisto, ma nemmeno in questo modo.

Per come la vedo io, ci hanno fatto domande malposte trattando in modo profondamente errato anche problemi di granze importanza.

Non ho molta voglia di partecipare a questa grande presa in giro.

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15 risposte

  1. Rebecca Mattioli ha detto:

    Anzitutto permettimi di dirti che ti stimo per aver preso posizione ma per averlo fatto dopo esserti documentato, questo indipendentemente dalla mia condivisione o meno del pensiero espresso. Posto, anzitutto, che la documentazione che ho reperito io, forte anche di studi economici svolti di recente per il master, mi ha portato a conclusioni opposte, mi permetto, come prima cosa, se ritieni che i quesiti del referendum non siano validi, di esortarti ad andare ad esprimere questa tua posizione mettendo 4 “NO” sulle schede. Non esprimersi equivale a dire che nessuna questione ti interessa e mi pare, invece, sia vero il contrario dato che, a mio avviso, ti poni delle domande sacrosante che, pur non condividendo le somme che tiri, sono anche le mie, il che la dice lunga sul fatto che, di fondo, le necessità di cui parliamo sono le medesime. Purtroppo il referendum è uno strumento povero perché la Costituzione ammette unicamente la consultazione popolare a scopo abrogativo e non propositivo, come parrebbe logico, specie nel caso di democrazie, come la nostra, paralizzate per decenni da governi instabili che non sono stati in grado di dare impronta alcuna a questo Paese (mi spingo abbastanza in là da affermare che è dall’Unità d’Italia che nessuno ci prova, ma solo perché fa comodo). Il fatto è che il referendum è l’unico strumento che esiste per dare voce alle persone, affinché esse possano dire direttamente la loro. Non usarlo, svuotarlo anche di quella poca dignità e significato politico che ha (dato che i politici spesso ne ignorano gli esiti, anche e soprattutto quelli a loro sfavorevoli) è un po’, a mio avviso, come rinunciare ad usare la propria voce, qualsiasi cosa si voglia dire. Perciò, secondo me, se pensi che i quesiti siano posti male vai a mettere 4 “NO” comunque. Io metterò 4 sì perché:
    – ritengo che se la Cassazione in primis ha già respinto la direttiva comunitaria che imporrebbe l’obbligo di affidare la gestione dei servizi pubblici integrati ai SOLI privati, per incompatibilità della direttiva stessa con le materie che disciplinano l’autonomia dei singoli Paesi e Regioni, un motivo ci deve essere. Dire sì non vuol dire impedire ai privati di investire nell’acqua, perché questo neanche la Cassazione lo considera un obiettivo, bensì evitare che questi abbiano in mano obbligatoriamente la gestione del bene e che il pubblico se ne possa lavare le mani. A mio avviso il segnale deve essere per l’amministrazione pubblica, per far capire che i cittadini che pagano servizi e tasse ESIGONO che la gestione della RES PUBLICA sia fruttuosa e non viziosa a vantaggio di pochi, peraltro retribuiti coi nostri soldi. Chi è ben pagato per fare l’amministratore delegato di una multiutility a maggioranza pubblica DEVE saper fare il suo mestiere o è meglio che vada a vendere la frutta al mercato.
    -Posto che investire in un bene pubblico è DIFFICILE proprio perché è pubblico e deve essere garantito, questo non deve andare CONTRO le logiche del libero mercato che stabiliscono, PER QUALSIASI ATTIVITA’, l’esistenza del cosiddetto “rischio di impresa”. Anzitutto, parlare di ricorso al libero mercato per la determinazione dei gestori di beni pubblici essenziali è un po’ una contraddizione in termini, anche perché, lascia pure tramite gare d’appalto pubbliche a totale trasparenza, i servizi vengono ceduti per decenni (20-30 anni) a singoli gestori o a cordate di gestori in regime di monopolio, quindi la libera concorrenza non esiste. Per questo stesso motivo, nel decennio ’88-’98 i dati di Confindustria mostrano che le aziende italiane dei settori acqua ed energia, realizzavano un ROI (Return On Investment, cioè il profitto sugli investimenti) “4 o 5 volte superiore agli altri Paesi dell’Unione” (vedi la Francia, dove lo scarto, per dirne una, nel ’98 era -(negativo)2,98 contro il nostro +10,75).
    Garantire il 7% – media calcolata in base ai dati attuali – ad un gestore dell’acqua per il solo investimento (che, anche in termini di voci stabilite dal Ministero dell’Ambiente per la determinazione della tariffa idrica da parte degli Ato – ambienti territoriali ottimali- non coincide con i costi di gestione e manutenzione delle reti ma avrebbe, eventualmente, a che fare con le migliorie e l’innovazione delle medesime)significa ANNULLARE IL RISCHIO DI IMPRESA (che diventa un introito fisso a carico dell’utenza) e, dunque, considerate anche le durate pluridecennali delle concessioni, un DISINCENTIVO all’investimento nelle famose migliorie da parte dei privati – guadagnerebbero comunque lo stesso e prima di perdere l’appalto per eventuali disservizi(siamo in Italia, ricordiamocelo) campa cavallo!.
    Sull’acqua, in conclusione, CONCORDO ASSOLUTAMENTE che sia necessario RIDEFINIRE i consumi e i costi, tagliare e penalizzare gli sprechi, EDUCARE gli italiani ad un uso corretto e parsimonioso della risorsa, tutto questo senza SVENDERE un bene pubblico definito universale e obbligando a considerare il MERCATO come TALE (con le sue leggi, i suoi pro e i suoi contro) e non solo quando fa comodo e nel modo più conveniente. Tutto questo è realizzabile con una SERIA POLITICA NAZIONALE sul risparmio energetico che DEVE essere realizzata – perché i politici sono PAGATI per fare questo, per impegnarsi per il bene comune. Ciò detto mi bruciano le orecchie quando sento politici di fama declamare un assioma assurdo come “Lasciamo fare ai privati perché il pubblico non ha soldi”. Che cosa vuol dire? Che non ne hai abbastanza, di soldi, o che non li sai gestire? Nel primo caso sarebbe opportuno che venissero fuori i conti, nel secondo che chi dice certe cose si accodasse a quelli di prima che vanno a vendere la frutta, in modo da pagare, con le tasse, gente che sa quel che fa. Più in generale, cominciamo a parlare come mangiamo e poi se ne può discutere.
    -Mi allaccio a questo ultimo commento per parlare del nucleare. Questo perché, anche qui, CONCORDO che senza una politica di razionale consumo delle risorse COMUNQUE non si va da nessuna parte. Su SkyTG24 è andata in onda, tempo fa, una tribuna circa il referendum che ha toccato anche questo tema. Il punto NON E’ PRODURRE O MENO energia nucleare – che al momento compriamo sottocosto principalmente dalla Francia perché per loro è un’eccedenza, quindi ce la danno a prezzo scontato – ma COME produrla. Nucleare è un termine vago di cui molti non sanno nulla. L’energia attualmente prodotta deriva da un processo di fissione che, come tutti sappiamo, produce scorie radioattive difficilmente stoccabili e comunque smaltibili in svariate centinaia di migliaia di anni. Gli studi sul processo di fusione, che, viceversa, produrrebbe energia in assenza di scorie, sono acerbi e fermi quasi ovunque nel mondo, e la verità vera è, come un esperto di cui, scusami, non ricordo il nome ha detto su SkyTG24, che è dagli anni ’60, cioè da ben prima che dismettessimo le nostre centrali, che LA RICERCA SUL NUCLEARE NON ESISTE PIU’ in Italia. Senza ricerca non c’è innovazione, in nessun campo, quindi, costruire centrali, oggi come oggi, vuol dire comprare solo le strutture con un know-how che non è il nostro e che è pure superato, stando alle recenti mosse di Paesi, come la Germania, con un PIL 4 volte il nostro, che il nucleare ce l’hanno e lo fanno da esperti, ma che intendono disfarsene entro un decennio. Non apro neanche il capitolo sull’attrattiva economica che la costruzione di nuove centrali potrebbe aprire per la malavita e la tipica mala-gestione italiana il che, permettimi, innalzerebbe notevolmente i rischi di base connessi al funzionamento degli impianti. Questo potrà anche essere un luogo comune ma se non ci sono soldi per l’acqua vorrei capire da dove vengono – e, soprattutto, DOVE VANNO- per il nucleare. Io andrò a dire SI all’abrogazione della legge sul nucleare perché fatto così è inutile e dannoso, perché, se va proprio bene, non ne vedrò neanche i benefici e per quando le centrali saranno pronte – ammesso che lo saranno – la tecnologia, senza ricerca in parallelo e senza un piano energetico integrato di cui, comunque, non si vede l’ombra, sarà vecchia.
    – Ultimo quesito: legittimo impedimento. Posto che una legge del genere non avrebbe neanche dovuto essere concepita, a me, di Berlusconi e dei suoi processi, non interessa. Voterò SI per l’abrogazione perché nessuno mai – né oggi né domani – deve e/o dovrà avere il diritto di sottrarsi alla giustizia, qualunque sia la sua carica. I cittadini sono TUTTI uguali davanti alla legge e, a mio avviso, devono restarlo.
    Infine ti dico che questo quesito, sempre per come la penso io, è anche il meno importante. Qui si tratta di andare a dire al governo e al parlamento italiano che è ORA CHE LAVORINO per migliorare questo Paese e che ci devono riuscire con le tasse e i contributi che noi gli diamo, perché è questo il motivo per il quale stanno dove stanno. Punto e stop.

  2. Michele ha detto:

    scusa, sul fotovoltaico mi dici che non abbiamo soldi e tempo, ma perchè scusa, fare una centrale nucleare non costa nulla? costruire una centrale nucleare e metterla in funzione il tempo stimato è dai 5 a 8 anni.
    fare campi di pannelli fotovoltaici e creare energia pulita senza scorie in qualche mese è attuabile e anche funzionante.

    stesso discorso per fare l’eolico.. mi dici che serve acciaio? ma le centrali nucleari con cosa le fai? con i lego? sai quanto ferro serve per fare i muri di cemento armato in totale sicurezza dove dovrebbe starci poi il nocciolo?pensaci un pò.

    paragonare incidenti in auto e nucleare non ha senso, è vero che ci sono tantissimi morti causa incidenti.. ma vallo a dire a quelle persone che hanno il cancro a causa delle radiazioni di Chernobyl, vallo a dire a quei genitori che hanno figli deformi a causa delle radiazioni….
    http://it.wikipedia.org/wiki/Disastro_di_%C4%8Cernobyl%27

    tanto per chiarire un pochino.

    lasciamo stare Berlusconi che in un paese normale non sarebbe mai arrivato a fare il politico, come mai in altri paesi chi è in politica si dimette per molto meno? perchè se io devo parteciapre ad un concorso pubblico devo avere la fedina pulita e chi entra in politica nò? e questo vale per tutti gli schieramenti… a mio modo di vedere se sei innocente vai ai processi e dimostri la tua innocenza come fanno tutti i cittadini…. se hai aziende e sei un industriale… non puoi entrare in politica…. e ripeto dovrebbe valer per tutti le forme politiche…..
    poi smetto perchè mi incavolo a vedere un paese dove non viene fatto nulla per i giovani… dove l’istruzione viene distrutta dallo stato e dove l’unica cosa a cui interessa al governo solo le faccende del premier….. ma a chi non arriva a fine mese o non ha più il lavoro non frega un cazzo a nessuno….

  3. Marco ha detto:

    A fronte di queste belle parole proprio non ce la faccio a stare zitto. Facile andare in giro a dire che sono quesiti atti solo ad affossare quel povero bambino incompreso e per rafforzare questo sparare michiate economicomiche sul nucleare o sulla privatizzazione di un servizio (perchè in realtà si tratta di gestione e non del bene in se che è l’acqua) ma andiamo per ordine:

    Acqua: ovvero obbligo di privatizzazione del servizio di distribuzione, essì perchè adesso il servizio didistribuzione è già in parte privato, la legge nuova invece impone la privatizzazione. perchè è male? per un semplice motivo, perchè in bollatta al comune pago la manutenzioe delle strutture, all’Hera oltre alla suddetta manutenzione pago anche le ferie al diregiente di turno e tutta la sua cricca. lo stato è noprofit, i privati no. e questa non è un’illazione mia, dove abito l’acqua è ancora pubblica, nel comune accanto è privata e a fronte delle stesse strutture, accanto l’acqua costa un buon 30% in più. aggiungiamoci pure il 7% del secondo quesito e continuiamo a pagare…

    Nucleare: a parte la puttanata dell’acciaio che ha già sottolineato Rebecca sopra di me, se vuoi parlare di tempi e reddititività, benissimo: dove abitavo prima in 6 mesi sono state installate 18 pale eoliche “piccole” da 1.3mw per un totale di circa 23 MW. funzionano ormai da 2 anni e non sono mai ferme, sai com’è, studiano un po prima di piazzarle. in norvegia, paese molto più organizzato del nostro, è in costruzione una centrale nucleare da 12 anni. dovevano essere 6-8 poi con ritardi, problemi e cose varie forse la termieranno nel 2013. 14 anni di costruzione e se non ricordo male svariate centinaia di milioni di euro di costi aggiunti al preventivato. ora trasportiamo tutto in italia, con la nostra super organizzazione, con le nostre mafie e costruiamola vicino alla salerno-reggio calabria, tanto non finiranno mai e l’una ne l’altra e non dovremmo nemmeno preoccuparci di dove mettere le scorie, certo, in ogni caso la pagheremmo comunque tutta, tranquilli.

    sul discorso della tossicità non ci volgionemeno entare. ci sono cose che fanno pià male al mondo? e allora una in più o una in meno chissenefrega no? poi se succede un incidente e muoiono o si rovinano la vita solo qualche centinaio di persone, quando si poteva fare altrimenti, che vuoi che sia, solo vittime del progresso…

    Legittimo impedimento: ecco il demonio dei referendum! quei bastardi comunisti fanno di tutto per voler processare qualcuno che accampa scuse per non presentarsi ai processi! fanculo. se io devo andare in tribunale perchè sono solo un operaio e posso saltare parecchi giorni di lavoro ci va anche lui, e direi che non serve aggiungere altro.

    e se ancora c’è confusione e non riuscite a capire, beh, fate un favore a chi ha capito, andate al seggio, poi se non volete votare rifiutate le schede, vi fate mettere il timbro e ve ne andate, è vostro diritto e almeno dimostrate uno straccio di responsabilità civica.

  4. Francesco Salerno ha detto:

    Egregio, la prego, utilizzando internet, di non riportare dati parziali e citare SEMPRE la fonte.
    Non insisto in critiche che le sono già state rivolte, ma mi permetto di evidenziare uno strafalcione abbastanza pesante.
    Che il privato è più efficiente del pubblico è una vecchia castroneria di destra che girava per le facoltà di economia e commercio e non ha alcun fondamento.
    Se la conosce, pubblichi la dimostrazione matematica,altrimenti la prego di evitare

    Distinti Saluti

    Francesco Salerno
    Docente di materie Economico-Aziendali

  5. Marco ha detto:

    Chiedo venia, rileggendo di corsa ho sbagliato il nome per quello che riguarda l’acciaio, ho scritto Rebecca invece di Michele.

  6. Giuseppe Lanzi ha detto:

    Cerco di rispondere brevemente con ordine a tutti e vi ringrazio della risposta.

    Innantizutto non andrò a votare perché il meccanismo in uso è il referendum abrogativo. Sono fermamente convinto che il meccanismo vada rivisto, ma cerco di usarlo al meglio per come è stato strutturato.

    Io _non_ voglio che le leggi vengano abrogate, quindi non vado a votare non perché non ho responsabilità civica, ma perché la mia responsabilità civica mi fa puntare al risultato migliore, non alla miglior espressione di me. E il risultato migliore per il mio obiettivo lo ottengo senza alzare il quorum. Per come è strutturato il referendum questa è una scelta legittima, al contrario delle votazioni amministrative. Non voterò perché il risultato conta più di me.

    Per l’acqua non concordo, Reb, perché l’articolo 23bis comma 5 dice: “Ferma restando la proprietà pubblica delle reti, la loro gestione può essere affidata a soggetti privati.” “Può”, non “deve”.

    Per il nucleare quello che dico è che nessuno propone una vera alternativa. Tutte le altri fonti attualmente in gioco in italia non sono all’interno di un progetto tale per cui possiamo fare a meno del nucleare. Io penso questo. Il progetto c’è?

    Per quanto riguarda i soldi, vi invito a leggere quel libro. So benissimo che le centrali nucleari, l’eolico e il fotovoltaico devono essere tutti essere costruiti con soldi e materiali.
    Ma quante pale dobbiamo costruire? Quanti pannelli?

    Mi citate impianti locali, ma per utilizzare nuove fonti a sorgente distribuita per alimentare il paese occorre anche un’infrastruttura di raccoglimento energia attualmente inesistente. Abbiamo la distribuzione, non la capacità di prendere corrente da decine di migliaia di pale o pannelli. Il costo di quell’infrastruttura non lo calcola mai nessuno.

    Dobbiamo produrre circa 40GW. Facendo i conti con l’impianto che dice Marco sercono più di 30.000 pale.

    Marco, è chiaro che studiano dove metterle, ma pensi davvero che non sia un problema avere 30000/18 posti in italia sufficientemente adatti a rendere altrettanto? E che non ci sarebbero problemi ambientali dovuti all’installazione delle pale stesse?

    Michele, la stessa cosa vale per i materiali. Guardati quel libro, fai un po’ di conti di quanto rende davvero un pannello solare e poi guarda quanti ne servono. Dove li mettiamo? Come li paghiamo? Dove troviamo chi li produce tutti in tempi utili a prezzi ragionevoli?

    Se volete parlare di cose pruriginose come gli effetti delle radiazioni, non c’è bisogno di andare a Cernobyl. Lo sapete che c’è un rapporto diretto provato tra il cancro a Ravenna e l’inquinamento atmosferico dovuto al porto, al traffico e al polo industriale?
    Cercate “rapporto ravenna cancro” su google.

    La Germania ha una politica di risparmio energetico avanti a noi di decenni, le case consumano molto di meno, l’hanno sparata grossa e vedremo cosa riusciranno davvero a fare.

    C’è una cosa che non capisco. Marco, mi dici che noi abbiamo le mafie e che il nucleare qui non si può fare perché con la nostra organizzazione e le nostre mafie e la nostra salerno-reggio calabria non faranno mai niente. Perché con l’acqua è diverso?

    Egregio professor Salerno, ho citato molte fonti in una sola. In effetti ho cercato di suggerire un’unica fonte (il libro citato nell’articolo) che racchiudesse tutte le informazioni citate.
    Ne manca solo una, il mio parere sul pubblico e privato.

    Essendo lei docente in materie Economico-Aziendali saprà benissimo che non è possibile fornire una risposta matematica alla sua domanda. La mia estrapolazione è frutto di più di un dato raccolto. Faccio alcuni esempi: la privatizzazione delle autostrade ha portato ad una rete migliore e ad un tasso di mortalità notevolmente ridotto (http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?codice=9616). Dovevo fare una risonanza magnetica al ginocchio, in ospedale mi hanno chiesto di aspettare 8 mesi, in struttura privata convenzionata 2 settimane. Guardo a come è gestita la scuola media pubblica in cui vanno i figli dei miei amici e quella privata in cui lavora mia moglie, e c’è un abisso.

    Non voglio esprimere un assolutismo, ma semplicemente un’impressione personale.
    Espressione tra l’altro volontariamente provocatoria, perché visto che si parla sempre di pubblico “mangione” mi chiedo come mai tanta difesa della parte liquida del pasto. Se invece lei conosce la dimostrazione “matematica” del contrario, sono disposto a leggerla.

    Voglio dirle un’ultima cosa, professore. La ringrazio dei suoi suggerimenti, ma questo è un blog personale e non un giornale. Lo utilizzo e lo utilizzerò sempre per esprimere e mettere in discussione le mie opinioni, a prescindere da quanto matematiche, empiriche o zodiacali siano le motivazioni che mi spingono a esprimerle.

    Non ho mai detto che Berlusconi e tutto quel che avete detto voi, mi dà fastidio il carattere demagogico della pubblicità sui referendum e mi dà fastidio che l’unica cosa che sembra davvero politicamente unificante sia dare un’altra legnata a Berlusconi. Io spero che si tolga dal mezzo presto, non mi è mai piaciuto. Ma questo uso del referendum non mi piace.

    Tra l’altro ho scoperto che la legge sul legittimo impedimento ha durata 18 mesi, per l’attuale situzione a ottobre 2011 scadrà comunque (http://it.wikipedia.org/wiki/Legittimo_impedimento). Mi sembrano soldi buttati via.

    Grazie a tutti, mi avete dato spunti interessanti su cui pensare.

    Sempre disposto a cambiare idea, davanti alle giuste ragioni.

  7. Rebecca Mattioli ha detto:

    Ahimé ti devo correggere. Per correttezza ti invito a leggere integralmente il testo dell’articolo 23-bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133:
    http://www.altalex.com/index.php?idnot=42063
    Come puoi vedere si parla di gestione “in via ordinaria”, il che significa di prassi e non c’è nessuna discrezionalità in merito, fatto salvo i casi particolari segnalati in deroga. La gestione deve essere affidata a “imprenditori o società in qualunque forma” o a “società a partecipazione mista pubblica e privata” (tipo HERA) in cui la partecipazione del privato sia almeno del 40%. La norma fa riferimento all’adeguamento alle direttive europee 92/50/CEE e 93/38/CEE che sono considerate il punto di partenza della richiesta di apertura alla concorrenza dei servizi pubblici nazionali e locali. Tuttavia, proprio in materia di servizio idrico, entrambe escludono quest’ultimo dagli obblighi di mercato. Oltre a questo, all’art.17 della direttiva europea del 12 dicembre 2006 – altrimenti detta direttiva “Bolkestein”- si esclude esplicitamente dalla regola della “libera circolazione dei servizi” (ovvero l’apertura al mercato comunitario) proprio il servizio idrico.
    Il punto è che la comunità europea non ha MAI inteso la privatizzazione di alcuni servizi essenziali e, sicuramente, non quella dell’acqua, questo, io credo, tendenzialmente per i motivi che ti ho spiegato circa il secondo quesito sull’acqua, e cioè che trattandosi di un bene universale nonché di un servizio essenziale, è piuttosto complicato farne mercato senza automaticamente annullarne le caratteristiche di cui sopra. In Italia, come spesso accade, abbiamo interpretato a favore della cosiddetta “privatizzazione” del servizio pubblico, di fatto dichiarando che la gestione pubblica è risultata fallimentare e che i privati sono, in generale, più adatti a gestire i servizi. Premesso che un assioma del genere è aberrante, perché significa che la nostra amministrazione ammette pacificamente di essere INCAPACE e ammette, altresì, di aver deciso, tout-court, di risolvere detta incapacità obbligando i contribuenti a pagare cifre ingiustificate per un servizio che dovrebbe essere comunque garantito al costo minimo A TUTTI, NON SEMPRE la gestione privata è la soluzione e, a mio avviso e credo non solo mio, una gestione MISTA non è nemmeno privata. Perciò, come contribuente, paghi il Comune che ha il 60% di partecipazioni in HERA, che, quindi, detiene anche con i tuoi soldi, e poi paghi HERA e i suoi azionisti (pubblici e privati) oltre che per il servizio che ti erogano, anche perché possano trarne profitto. Le cose STANNO GIA’ COSI’. HERA già fa soldi grazie agli utili che le regaliamo e questi utili tu non li vedi mai in uno sgravio della bolletta, come sarebbe giusto data la partecipazione pubblica di maggioranza. Gli unici che ne beneficiano sono gli azionisti (quindi il Comune ed i privati che detengono il 40% delle azioni). A questo punto ti faccio una domanda, dato che, mi pare di capire, per te la privatizzazione è sensata anche in questo campo: posto che sia giusto pagare per un servizio che ti porta l’acqua pulita e potabile in casa, ti pare giusto pagare un privato perché ci lucri sopra senza poter scegliere chi sia? Perché il libero mercato, per natura, esigerebbe la compresenza di più soggetti tra cui scegliere (come avviene, ad esempio per la luce o il telefono). Questo, anche con la legge Ronchi, non avviene. Il servizio viene appaltato ad un unico gestore, o ad una cordata di gestori, per decenni e, sostanzialmente, come ripeto, IN REGIME DI MONOPOLIO! Un profitto fisso mantenuto a queste condizioni si chiama TASSA sull’utenza, con la beffa che è a favore di un privato, il cui diritto è intascare i soldi e reinvestirli come meglio crede, anche in altre cose. Sarà per questo che persino l’UE ha escluso l’acqua dalle privatizzazioni? Ti invito a visitare questi due blog, se vuoi approfondire l’argomento:
    http://alessandrotauro.blogspot.com/2009/10/linganno-della-privatizzazione-idrica.html
    http://carlovulpio.wordpress.com/2009/11/21/acqua-bugia-europea-e-porcata-italiana/
    Detto questo, in materia, ciascuno è libero di pensarla come crede. Ci sono esempi illuminati di gestione pubblica virtuosa come il caso del Trentino Alto-Adige che, con i fondi regionali, non ha fatto che apportare migliorie su migliorie al proprio territorio e alle proprie strutture e infrastrutture (vedi la Freie Universitaet Bozen); come ce ne sono (e sono ahimé la maggioranza) di pessimi, con i medesimi fondi come punto di partenza (vedi la Regione Sicilia, che per certi aspetti è indietro di decenni rispetto alla penisola). Io dico solo questo: il servizio realmente PRIVATO non esiste in questo paese perché tutti o quasi hanno sovvenzioni pubbliche (in termini ora di contributi ora di sgravi), altrimenti sarebbero praticamente inaccessibili alla stragrande maggioranza dei propri utenti. Che alcuni privati siano in grado di gestire bene questi fondi insieme ai propri e produrre servizi di qualità non ritengo vada considerato un merito, bensì il raggiungimento del proprio scopo perché nessuno dovrebbe mettersi sul mercato, per svolgere qualsiasi attività, con l’obiettivo di fallire, io credo. Questo, a maggior ragione, se il privato utilizza fondi pubblici. Al contrario, il pubblico che non sa neanche garantire il minimo dei servizi per i quali è sostenuto dalle tasse dei cittadini e che, non pago, decide di avere abbastanza soldi da spendere da dare una mano alla propria concorrenza sostenendo il privato, non solo è da biasimare ma da AFFOSSARE. I cittadini hanno diritto a vedere il frutto delle proprie tasse, altrimenti il nostro non è più uno Stato di Diritto, ma di compravendita oligarchica, in cui solo pochi beneficiano grazie ai soldi di molti altri. Ciò detto è sacrosanto che lo Stato debba sostenere le proprie imprese e questo, non solo economicamente, ma anche con politiche mirate agli sgravi e allo sviluppo, ma se ciò avviene, le imprese devono dare qualcosa in cambio, TUTTE e non, come spesso avviene oggigiorno (vedi la FIAT) giocare a “prendi i soldi e scappa” per poi delocalizzare nel sud-est asiatico.
    Questa è, chiaramente, la mia opinione.

  8. Giuseppe Lanzi ha detto:

    L’ho letto, tutto l’articolo. E l’ho riletto su tua indicazione. Continuo a pensare che allo stato attuale sia possibile praticamente a tutti, pubblici, privati e misti, partecipare al servizio pubblico acqua. Il comma 2a) come citi tu dice “a favore di imprenditori o di società in qualunque forma”, per quanto leggo anche una ONLUS potrebbe fornirmi l’acqua. Il 2b) parla della possibilità delle società miste. Il comma 3) sostanzialmente dice che in condizioni economiche, sociali, geomorfoligiche o ambientali, una società totalmente pubblica può partecipare. Da questo capisco che se l’offerta del pubblico è economicamente svantaggiosa si può approfittare della deroga.

    Parli di monopolio di Hera e di libero mercato, ma in effetti si può scegliere. Io non ho Hera a casa, ho Lemca perché mi conviene. Se ci fosse il gestore pubblico unico allora sì che sarebbe imposto e sarebbe un monopolio. O sbaglio? Nel mercato delle sigarette in effetti è successo questo, e sopra c’è scritto Monopolio di stato.
    Perché dici “ad un unico gestore”? Non ho trovato un punto che parla di gestore unico.

    Non mi fa nessuno scandano che il pubblico dia una gestione a un privato perché stima che quella sia migliore, o che costi meno, o dinne una tu. Non mi fa scandalo che ammetta di non essere in grado di gestire un servizio altrettanto bene di un privato. Io non pago le tasse perché il governo e il pubblico facciano in prima persona tutto, io le pago perché mi forniscano il servizio migliore possibile. Se lo danno a terzi e conviene perché dovrebbe darmi fastidio?

    Certo che non dev’essere un magna magna. Ma se avessi paura del magna magna sull’affidamento al privato avrei più paura del magna magna sulla gestione da parte del pubblico.

    Concordo con te sul fatto che le imprese devono dare qualcosa in cambio se ricevono un incentivo. Devono usarlo bene e restituire quello che gli si è chiesto, che esso sia un servizio o un bene. Ma ritengo che se un ente, pubblico o privato, sia in grado di produrre servizi di qualità, questo sia un merito. Perché non lo dovrebbe essere? Fare bene il proprio lavoro è un merito, essere bravo è un merito. Così come non essere bravo è una mancanza e approfittarsene una colpa.

    Sempre lieto di avere spunti su cui ragionare, a presto.

  9. Francesco Salerno ha detto:

    Egregio Lanzi, la risposta matematica si potrebbe dare costruendo modelli onesti.
    Riscontri oggettivi ci mostrano che le privatizzazioni hanno sfasciato gli stati.
    Dopo il risultato di oggi abbiamo una certezza: il liberismo si può combattere e cancellare.

    Distinti Saluti

    Prof.Francesco Salerno

  10. Giuseppe Lanzi ha detto:

    Ne deduco che neanche la sua affermazione sia stata fatta sulla base di un modello matematico, bensì sul fatto che “si potrebbe” costruire una risposta matematica. E poi su riscontri oggettivi, categoria nella quale ricadono anche i tre esempi che ho fatto io.
    Allora la critica che lei mi ha rivolto la riuso sulla sua affermazione “le privatizzazioni hanno sfasciato gli stati”, e siamo al punto di partenza. Quindi se ne deduce che la sua affermazione è provata corretta quanto la mia, e che la frase “se la conosce, pubblichi la dimostrazione matematica” era quantomeno infelice.
    Certo che il liberismo si può evitare, non è il risultato di oggi che ce lo dice. Il risultato di oggi ci dice solo che il popolo ha deciso in questa direzione.
    La nostra discussione verte su un altra domanda: privato è meglio o peggio di pubblico?

  11. Rebecca Mattioli ha detto:

    Indipendentemente dal voto, ti rispondo per completezza informativa. Puoi comunque verificare per tuo conto, nel caso. Comunque (cito dalla descrizione del servizio sulle pagine gialle): “La L.E.M.C.A. da oltre 30 anni esegue l’attività di lettura e di manutenzione dei contatori divisionali dell’acqua, la contabilità, l’incasso e il pagamento dei consumi dell’acqua in nome e per conto di condomini o di proprietari di fabbricati”. A Bologna esistono più società di riscossione come questa. Nel vecchio appartamento di Via Oretti, ad esempio, io pagavo la L.I.R.A.. Gli introiti sono comunque di Hera perché è l’unico gestore del servizio idrico, oltre che di quello relativo ai rifiuti. Così non fosse, pensaci, a cosa servirebbe scegliere un gestore tramite gara d’appalto? Questo la legge vigente lo specifica molto bene. Discorso diverso per gas e luce che rientrano nelle liberalizzazioni e che, quindi propongono più gestori – anche se è un po’ una farsa anche quella. Gli allacciamenti primari (cioè quelli che si fanno nelle nuove costruzioni) sei obbligato ancora a farli con Enel per l’elettricità ed Hera per il gas. Poi, se vuoi, puoi cambiare gestore. Questo vuol dire che la gestione delle reti è ancora in regime di monopolio, come per la Telecom per il telefono (stesso discorso: nel caso di una nuova costruzione devi prima allacciarti a Telecom, poi puoi cambiare – è successo a me, quindi lo so bene. Mi ci sono voluti 6 mesi per avere il telefono. L’unica eccezione è se vicino a casa tua passa la fibra di Fastweb, allora puoi saltare questo passaggio, altrimenti, detta in gergo, t’attacchi!).
    Sull’affidamento del servizio idrico ad una ONLUS, non penso abbia i requisiti per partecipare ad una gara d’appalto in cui deve, tra l’altro, presentare un bilancio pluriennale di un certo tipo. Comunque tutto è possibile, anche se, ripeto, solo un’impresa SUICIDA si butterebbe in un business per cui non ha i requisiti e/o i fondi – non siamo in America!. Sulle eccezioni, se sono intese come tali, un motivo ci sarà, altrimenti il comma 23 bis non sarebbe tenuto a specificare “per situazioni eccezionali che, a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un efficace e utile ricorso al mercato”. Deve essere ben dimostrato, come poi la legge specifica, che le condizioni non ci sono. Comunque, anche a quorum ormai raggiunto, vorrei tranquillizzarti. Non penso proprio che cambieranno grandi cose qui da noi perché, appunto, HERA è al 60% e rotti pubblica e l’abrogazione del 23bis, come si è poi ripetuto, non implica che i privati non possano partecipare, solo che non saranno gli eletti “in via ordinaria” e che non sarà necessario che partecipino al 40% in società pubbliche. Resta da vedere se il privato al 40% manterrà le proprie quote in HERA senza la remunerazione fissa dell’investimento al 7%. Detto questo, sul discorso delle privatizzazioni in generale, accetterei maggiormente un ragionamento come il tuo se fossimo in un paese anglosassone, nei quali le tasse sono decisamente inferiori a fronte, comunque, di un’evasione fiscale assolutamente non paragonabile alla nostra. In un paese come il nostro, che ti porta via la metà di quello che guadagni e ti obbliga a pagare un ente previdenziale che, e non lo dico io ma l’INPS stessa, non ti restituirà neanche la metà di quel che gli dai obbligandoti già da oggi a crearti una pensione integrativa o, se non puoi permettertelo, a sperare nella buona sorte, sinceramente io PRETENDO che la pubblica amministrazione funzioni e bene e che prima di disperdere le risorse che le servono e arrivare a dire “Ho finito i soldi”, avendo anche fatto la gentilezza di sovvenzionare un suo diretto concorrente, cioè il privato, si impegni oltre misura per garantire quello che DEVE. Questo è lo Stato Assistenziale di Diritto in cui viviamo. Altrimenti va cambiato del tutto, dalla base, cioè dalla Costituzione in alcuni punti fondamentali. In tal caso pagherei molto volentieri la metà delle mie tasse e mi potrei permettere in tranquillità il servizio privato che mi serve (cosa che poi faccio comunque regolarmente, anche se le tasse le pago tutte). Ma il governo – QUALSIASI GOVERNO – le tasse non te le cala,non ti migliora il servizio e nel contempo sovvenziona il privato. Detto questo, sempre in termini meramente economici: è il libero mercato che si vuole? Benissimo, sono la prima a starci. Come ripeto spesso ultimamente, mi sto dando tutto il da fare possibile per cercare una via fuori dall’Italia ed emigrare in un paese possibilmente anglosassone. Ciò premesso, libero mercato è anche libera concorrenza Stato- Ente Privato e questo andrebbe riconosciuto. Tuttavia anche negli USA esiste la mutua e, ciò nonostante, c’è stata una grande battaglia da parte di Obama per un diritto civile essenziale come quello alla Salute, per sottrarre all’oligarchia delle Assicurazioni private il Diritto inalienabile alle cure. Vorrà dire qualcosa? Secondo me vuol dire che la questione è comunque spinosa, anche per democrazie decisamente più avanzate della nostra. L’equilibrio tra diritto e mercato è difficile e sottile e ci vuole molta perizia e molta abnegazione ed amore per il prossimo per raggiungerlo. Queste, se vuoi in termini un po’ utopistici ma sintetici e soprattutto sinceri, sono le caratteristiche che un buon politico ed un buon amministratore pubblico dovrebbero avere, secondo me.
    Da ultimo, se sei un bravo imprenditore il merito te lo riconosce il mercato, ma se sei un bravo amministratore pubblico il merito è aver atteso le necessità dei tuoi concittadini come questi si aspettavano, perché questo è il motivo per il quale ti hanno eletto. Se poi ti fanno i complimenti “prendi e porta a casa”, come si dice. A mio avviso il bene ultimo non è il merito ma il risultato, perché è quello che ti fa sentire meglio. Se non ci riesci ma ce l’hai messa tutta, saprai di aver fatto il tuo massimo di cui dovrai essere comunque orgoglioso.

  12. Giuseppe Lanzi ha detto:

    Grazie Reb per aver controllato, ma il mio era un esempio di come il mercato in realtà si sta muovendo in quella direzione. Anche dalla privatizzazione di SIP alla comparsa dei gestori telefonici di oggi c’è voluto del tempo per avere davvero delle offerte complete da parte di altri gestori, e la possibilità di non avere a che fare con telecom. Ma ad oggi è così. La questione dell’allacciamento è dovuta al fatto che è stata privatizzata anche gran parte dell’infrastruttura, cosa che non era affatto prevista per l’acqua.
    Abbiamo abrogato l’articolo 23bis, e così rallentiamo la di gestione privata. Questa abrogazione non agevola il libero mercato. E temo che l’offerta sarà più piatta. E’ questo che cambierà.
    Si, la legge specifica che le condizioni devono esserci. Le condizioni economiche facilmente dimostrabili sarebbero “costa meno se lo facciamo noi”.
    C’è una cosa da sottolineare, i privati non sono i concorrenti del pubblico. Sono una preziosa risorsa della nazione.

    Spero di sbagliarmi, su questo punto e su tutti gli altri. Specialmente sul problema energetico. Tra 5-10 anni lo sapremo di certo.

  13. Francesco Salerno ha detto:

    Lanzi, la sua affermazione lascia perplessi, quantomeno.
    Lei porta esempi di visite specialistiche, ci sono esempi di stati sfasciati dalle privatizzazioni (argentina), servizi massacrati (ferrovie in inghilterra).
    Significherà mica che il privato può funzionare in certi ambiti ed in altri no?

  14. Giuseppe Lanzi ha detto:

    A quale affermazione si sta riferendo?
    In ogni caso di esempi ne ho portati tre: le visite specialistiche, la scuola elementare e le autostrade. Considerando che le autostrade sono un servizio e che funzionano meglio ora di quando erano pubbliche non si può dire che il privato funziona solo in certi ambiti, perché il caso del servizio ferroviario che ha dato lei va nella direzione opposta.
    Piuttosto è ragionevole pensare il privato può lavorare sia male che bene. Ma questo si può dire anche del pubblico.
    Io sono per l’agevolazione alla concorrenza privata piuttosto che ad una gestione pubblica, perché vedo che dove c’è concorrenza vera i servizi migliorano e i prezzi calano. Dove invece c’è un fornitore unico, o un cartello di fornitori, allora il prezzo sale e il servizio non migliora.

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