Dimenticare non è la scelta giusta
La manovra finanziaria di cui di parla tanto in questi giorni si porterà via un sacco di festività, altro che l’epifanìa. L’accorpamento alla domenica delle feste laiche l’avevo già dato per buono, ma ieri ho scoperto che anche le feste partonali spariranno.
Non mi piace.
Non semplicememte perché ho dei giorni di festa in meno, è un motivo ma non quello principale.
Non mi piace perché continuiamo a voler risolvere le cose tralasciando chi siamo, la nostra storia e gli elementi fondamentali che la compongono.
Io sono bolognese, e non festeggiare S. Petronio il 4 ottobre mi dà fastidio.
Specialmente se pensate che sono cattolico.
Io sono italiano, e non festeggiare la liberazione il 25 aprile mi dà fastidio.
Specialmente se pensate che i miei nonni paterni erano dell’appennino sopra Porretta.
Io sono una persona, e festeggiare nel giorno sbagliato non mi piace.
Se il giorno del mio compleanno mia moglie non mi dicesse “auguri” ne sarei triste, così come sarei triste se fossi io a scordarmi del suo compleanno. Perché ci tengo e lei e non sono felice se lei non ci tiene a me.
Se due innamorati non ci tengono l’uno all’altra non dura, e lo stesso penso sia per i cittadini e lo stato.
Se speriamo di risolvere i nostri problemi tenendoci caro solo il PIL, dimenticantoci di chi siamo, allora non andremo da nessuna parte.
Un’ultima chicca: le feste patronali spariscono, ma non tutte. Eh sì, perché la festa per i Santi Pietro e Paolo è nel concordato e quindi non si tocca. Non sono mai stato un pessimista, ma pensare che i deputati a Roma la festa se la tengono mi fa un po’ alterare.
:*!
(… e nel dubbio, AUGURI! :P)