Che fine farà il crocifisso?

In questi giorni c’è stato un po’ di rumore in europa per la sentenza che dichiara il crocifisso nelle scuole “una violazione dei diritti dei genitori ad educare i figli” e “una violazione della libertà di religione degli alunni“.

Personalmente la ritengo una stupidata galattica, ma questa sera mi sono soffermato a pensare ad alcuni aspetti che non ha sottolineato nessuno. Mi colpiscono perché mi fanno intuire che il punto non è proprio l’esercizio della libertà.

1) In nome della libertà di religione si chiede l’assenza del simbolo sacro, e non la presenza dei simboli sacri propri della cultura di ognuno dei presenti. E’ un po’ strano se ci pensate, perché non ci sarebbe libertà se dietro richiesta di studenti musulmani o buddisti qualcuno negasse l’autorizzazione ad appendere un ritratto dei profeti o di Buddha. Semplicemente non è successo. In nome di una cosa chiamata libertà io avrei piuttosto chiesto di poter fare lo stesso.

2) La signora Lautsi che ha fatto il ricorso è preoccupata dell’influenza che il crocifisso ha sui suoi figli, perché non possono farsi un’idea da soli della religione. Un sacco di gente gli va dietro, ma com’è che invece il fatto che per i milioni di ragazzini che si fanno un’idea deviata del sesso guardando la tv o della vita guardando un reality (che purtroppo fa anche più rumore di una notizia così) in realtà nessuno dice niente? E’ forse possibile farsi un’idea non manipolata di qualcosa guardando la tv? Ma quello va bene, il crocifisso no.

3) La maggior parte delle persone che ho sentito d’accordo sul togliere i crocifissi dice anche un’altra cosa, quasi tutte. Dicono che la mia libertà finisce dove finisce la tua. Ma se questo è vero, allora togliere il crocifisso esercitando quella libertà, non è forse limitare la mia libertà di Cristiano?

Allora i casi sono due: o la libertà è un’altra cosa o almeno in uno dei due argomenti hanno torto. E spero che qualcuno leggendo questo mi capisca un po’ di più, ci pensi su un po’ di più. Anche senza cambiare idea, non è quel che mi importa di più in prima istanza. E’ il dialogo che mi importa di più, e in tutta questa vicenda non c’è alcun dialogo ma solo accuse, minacce e violenza.

Tra l’altro, non è il simbolo sul muro che rimanda a Cristo ma i Cristiani con la loro vita. Togliere il crocifisso elimina un simbolo, non può in alcun modo eliminare un segno, una presenza.

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